DAVID LARIBLE

Il Clown dei Clown

PENSIERO ・" IL CLOWN: UN POETA IN AZIONE"

Sono italiano e provengo da una famiglia che per sette generazioni ha lavorato nel circo. Mio padre era un trapezista e un giocoliere, per questo ho debuttato nel 1971 nel circo come acrobata e giocoliere anch’io. Desideravo diventare un clown fin da piccolo, ma mio padre diceva che l’arte del clown era la fine e non l’inizio della carriera di un circense, perché, come clown, devi dominare tutte le altre arti circensi. Buon acrobata, buon giocoliere, buon musicista, certo, ma fondamentale è anche la capacità di divertire. Nello spettacolo ho una routine di giocoleria anche abbastanza tecnica, ma tutto è al servizio della risata. Un giocoliere deve stupire, io devo anche divertire. Il fine del clown è la risata, tutto è al servizio del divertimento e non devi mai prendere niente sul serio. Sono stato influenzato da molti clown che ho visto al circo e al cinema. Una delle più grandi influenze è stato Chaplin, che reputo il più grande. Ho impiegato molto tempo per poter diventare un grande clown e il processo è ancora in corso. Devi sempre sfidare i tuoi limiti, metterti in discussione in ogni show. Una performance può sempre migliorare il giorno dopo, o riuscire peggio!

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Non parlo molto sul palco, ma non faccio pantomime. Se ho bisogno di dire qualcosa o di cantare una canzone, posso farlo. Un mimo ha un limite, un clown no. Il clown è uno spirito libero non solo nel circo, ma anche nel mondo dello spettacolo. Ma io non ho in messaggio per tutti, ognuno porta a casa quello che vuole. Il direttore della Metro Goldwyn Mayer disse “Se vuoi mandare un messaggio, invia un telegramma, non fare un film”. Noi siamo nello show business, dobbiamo intrattenere il pubblico ed esprimere noi stessi. L’unica cosa che voglio dare è un’emozione, svuoto le mie tasche delle mie emozioni e il pubblico prende quello che vuole. Siamo persone umane con i nostri momenti tristi e felici, come tutti gli altri. Un clown nasce muore ogni sera. Nasce quando comincia a truccarsi in camerino e muore quando esce di scena. Henry Miller ha detto “Il clown è un poeta in azione”. L’augustus e il clown bianco sono la metafora della vita. Padre e figlio, maestro e allievo. La cosa buona è che a volte il ruolo può essere invertito. Così l’augustus, con il quale il più delle volte il pubblico si identifica, mostra al clown bianco di essere più intelligente, perché fa tutte le cose proibite nella vita.

Prima devi sapere da dove vieni, le tradizioni, per capire come combinarle con le nuove tendenze. Poi devi osservarti intorno. Ciò che funzionava cinque o dieci anni fa’, oggi ha magari bisogno di cambiare. Quando nella mia gag mimo il disco che s’incanta, molti giovani non capiscono, perché loro ascoltano CD, e il Cd non salta come il vinile. Ilio lavoro è semplice, ma allo stesso tempo complesso e richiede intelligenza. Devi sembrare naïf, ma al tempo stesso essere molto attento ed osservare tutto quello che ti succede intorno. L’altro giorno avevo una platea di ragazzini, per i quali un clown non è “figo”, e appena cominciato lo show, erano tutti li a trattarmi come un buffone. Poi lentamente hanno cominciato ad appassionarsi allo spettacolo e, alla fine, erano tutti intenti a seguirmi in silenzio. Questa è una delle mie più grandi soddisfazioni. Ogni sera il pubblico è diverso, c’è differenza anche tra pubblico di due città distanti solo quindici chilometri, addirittura tra lo show del pomeriggio e quello della sera! E tu devi comprendere tutte queste differenze e usarle al meglio. Un pittore fa un quadro che rimane immutato, ma un clown può cambiare tutto all’istante, se capisce che quella è la direzione giusta da prendere in quella occasione.

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Ho lavorato occasionalmente in strada. È stato divertente. Puoi improvvisare e penso sia più facile perché il pubblico non ha aspettative, non ha pagato il biglietto, se vuole si ferma ad osservarti, altrimenti fila dritto. Il comedy juggling sta diventando molto popolare nelle strade, ma sfortunatamente vedo poca originalità. Non è facile fare qualcosa di nuovo, ma è meglio. Molti mi copiano, ma è un loro problema. E danneggiano più la loro immagine che la mia. Bisogna essere sinceri con se stessi. Io per esempio amo dipingere, ho provato tante volte, ho studiato, ma non ho talento. Devo accettare questa conclusione. Allora visito gallerie d’arte, musei, osservo gli altri pittori lavorare e mi godo tutto questo. E questo dovrebbero fare i giovani. Capire se hanno talento per diventare clown, e perseverare se lo hanno, altrimenti è meglio cambiare direzione. Un avvocato che è un terribile avvocato, potrebbe magari essere un grande tennista. Bisogna saper scegliere la strada migliore.

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